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La Scuola e le Arti: incontro con la Musica - Testi Concerto di Gala
Al fine di consentire un'ottimale partecipazione al Concerto di gala che si svolgerà domenica 7 maggio 2017 presso l'Auditorium del Sistema Bibliotecario Vibonese di Palazzo Santa Chiara con inizio alle ore 18.30, pubblichiamo i testi integrali dei pezzi previsti nel programma di sala:
"Note d'amore, lagrime e follia.
Consonanze stravaganti
nel barocco italiano"
Alessandra Borin soprano |
Salvatore Pronestì clavicembalo |
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Benedetto Ferrari
(Reggio nell'Emilia, 1597 - Modena, 1681)
Amanti io vi so dire
da Musiche e poesie varie a voce sola libro III, 1641
Amanti io vi so dire
ch'è meglio assai fuggire
bella donna vezzosa
o sia cruda o pietosa
ad ogni modo e via
il morir per amor è una pazzia
Credete a costui
che per prova può dir
io vidi io fui
se credere no’l volete
lasciate star che poco importa a me
seguitate ad amar
ad ogni modo chi dé rompersi il collo
non accade che schivi ad erta o fondo
che per proverbio sentii sempre dire
dal destinato non si può fuggire
Donna, so chi tu sei
amor so i fatti miei
non tresco più con voi
alla larga ambo i duoi
s'ognun fosse com'io
saria un balordo amor
e non un... dio!
Claudio Monteverdi
(Cremona, 1567 - Venezia, 1643)
Si dolce il tormento
Quarto Scherzo delle ariose vaghezze, 1624
Sì dolce è il tormento che in seno mi sta
Ch'io vivo contento per cruda beltà.
Nel ciel di bellezza s'accreschi fierezza
Et manchi pietà che sempre qual scoglio
All'onda d'orgoglio mia fede sarà.
La speme fallace rivolgami il piè
Diletto né pace non scendano a me.
E l'empia ch'adoro mi nieghi ristoro
Di buona mercè: tra doglia infinita
Tra speme tradita vivrà la mia fè.
Per foco e per gelo riposo non ho
Nel porto del Cielo riposo haverò.
Se colpo mortale con rigido strale
Il cor m'impiagò cangiando mia sorte
Col dardo di morte il cor sanerò.
Se fiamma d'amore già mai non sentì
Quel rigido core ch'il cor mi rapì.
Se nega pietate la cruda beltate
Che l'alma invaghì ben fia che dolente
Pentita e languente sospirami un dì.
Barbara Strozzi
(Venezia, 1619 - Padova, 1677)
Lagrime mie
da Diporti di Euterpe overo
Cantate et Ariette a voce sola Opera settima, 1659
Lagrime mie, a che vi trattenete?
Perché non isfogate il fier dolore
che mi toglie ‘l respiro e opprime il core?
Lidia che tant’ adoro,
per un guardo pietoso, ahi mi donò,
il paterno rigor l’imprigionò.
Tra due mura rinchiusa sta la bella innocente,
dove giunger non può raggio di sole
e quel che più mi duole
ed accresce al mio mal tormenti e pene,
è che per mia cagione provi male il mio bene.
E voi lumi dolenti, non piangete,
lagrime mie, a che vi trattenete?
Lidia ahimè, veggo mancarmi,
l’idol mio che tanto adoro,
sta colei tra duri marmi per cui spiro eppur non moro.
Se la morte m’è gradita,
or che son privo di speme,
dhe toglietemi la vita (ve ne prego) aspre mie pene.
Ma ben m’accorgo che per tormentarmi maggiormente
la sorte mi niega anco la morte.
Se dunque è vero, o Dio che sol del pianto mio
il rio destino ha sete,
lagrime mie, a che vi trattenete?
Pietro Antonio Giramo
(Napoli ante 1619 - post 1630)
La pazza di Napoli
da Il pazzo, la pazza e l’hospitale degli infermi d’amore, 1630
RIT: Chi non mi conosce
Dirà che la mia
Sia vera pazzia
Che lieta mi fa.
Ma tutto è furore,
Effetto d’amore
Ch’al core mi sta.
Hor sia come dite,
Una pazza sentite!
Vorrei verseggiare:
„O cielo, o terra, o mare!”
No, no vorrei cantare:
„La sol fa mi fa re.”
Ma ferma, che’l canto
Ritorna in pianto.
Non te’ I diss’io?
Sospira il cor mio.
Chi non mi conosce…
Tal volta amor fiero
Mi lega la lingua,
E muta mi fa.
Già sento mancare
La voce e parlare
Non posso più no.
Ma poi con furore
Vorrei gridare
Burlare, saltare,
Mostrare la gioia
Ch’al core mi sta.
Tal volta mi burlo
di chi m’ha ferito,
e cosi gli dic’io:
„Signor Cavalliere,
con piume alle spalle,
voi fate il smargiasso,
co’strali e carcasso
ma gli occhi ai bendati,
co’i panni stracchiati,
ah ah ah Signor Cavalliere”
Chi non mi conosce…
Amor, sempr’ho da stridere?
Il cor sarà quai fu?
No, no ch’io voglio ridere,
Fa poi quel che vuioi tu.
Voglio cantare a la Napoletana,
E n’auto poco a la Calavresella:
„Forze facesse la fortuna cana
Fare pietosa chella faccia bella,
Non siente, no.
Si ca se squagghia st’arma com’anzunza,
E mi sento abbrucio li fecatilli,
Stu cori si sminulla comm’a trunza,
Amuri sùl’e’ causa sé stu mali.„
Misera e che vaneggio?
Como snodo la lingua
In rozzi accenti!
Per questo pazza mi chiaman le genti,
come gira il pienser fra mille ruote,
com’ apro ahimé la bocca in basse note.
Chi non mi conosce…
O dotti medici, fate un collegio
Di me. Chi sa
Se virtù trovasi
D’erba che movasi
Di me a pieta?
La mente smania,
La lingua svaria,
Gl’occhi non dormono,
I membri ho languidi,
E gran dolore
lo sento al core
Zi’, Zi’ date la voce.
O là, chi passa? Amore!
Ah, traditore, prendetelo, ligatelo!
Ponetelo in prigione
Entr’il mio core!
Ah, se’n fuggi!
Le finestre del core
Non bien serrai.
Dagl’occhi s’en volo.
Sia maledetto Amore
Maledette qu’ell ore
ch’io viddi il mio desio,
Maledetto il cor mio
Chi ama e lo disprezza,
Maledetta l’asprezza
D’huomo cosi crudele!
E tu, lingua infedele,
E tu, lingua arrogante,
Com’hai cotanto ardire
Il mio ben maledire?
Vorrei tagliarti a pezzi,
Già ch’el mio ben disprezzi.
RIT: Chi non mi conosce…
Ballate, o miei pensieri,
Ch’io sonero,
Fate vil prego, il ballo del fedele,
Che tal qual sempre fui
Tal esser so,
No, no, fate più presto il ballo di follia,
Che cosi folle è ancor la mente mia.
Prendetela per mano
Horsù, inchinandovi
prima all’idol mio.
Fa, la la la la,
Girate colla mente intorno,
fa, la la la la,
Quel pensier salta troppo!
Non saltar, o piensero,
Non vedi il tuo gran male,
Ch’a cader fa chi tropo in alto sale?
Fa, la la la la.
Non posso più sonare.
La corda della speme è troppo falsa,
E quella del desio,
Volsi accordarla,
E essa è rotta
Per troppo tirarla.
Alessandro Stradella
(Nepi, 1639 - Genova, 1682)
Si salvi chi può
dal manoscritto G.208 XII cantate di Alessandro Stradella
conservato presso la Biblioteca Estense di Modena
Si salvi chi può.
Vacillan le sfere sta il ciel per cadere
ed pondo d’un mondo più regger non so.
Si salvi chi può.
Da vertigine incessante l’orbe oppresso a cader và.
E nell’ira fluttuante del suo mal fabro si fa.
Più non tingon le murici di ch’imperai regimanti
ma dal sangue d’infelice prendon gl’ostri oggi i lor vanti.
Di Bacco il veleno di Marte furore
infetta ogni seno inebria ogni core.
Non basta un mondo intero
da tantali regnanti satollar l’avidità d’impero
ogni Giove terreno per vaga seda si trasforma in bruto
vien l’honor prostituito va Minerva perduta Astrea più non si trova
ne d’alcuna virtù s’ode più nova.
Chi mai sosterà un mondo cadente
se colpa nocente nel seno annidò.
Si salvi chi può.
Se il Mauritano Atlate di sottopor già stanco
a gl’humani deliri il debol fianco
minaccia con sottrarsi a un tanto pondo
la caduta d’un mondo.
Hor qual sarà l’Alcide che sottennia l’incargo
Io no non lo so.
Si salvi chi può.
Antonia Padoani Bembo
(Venezia, 1640 - Parigi, 1720)
Passan veloci l’hore
Cantata per soprano e basso continuo
Passan veloci l’hore
e pur quella non v’è
che mi discopra haimè
del bell’ idolo mio.
l’almo splendore.
Dura pena è l’aspettar
quel diletto che non giunge
Mel figuro in vaneggiar
da vicino all’hor che sorge.
O sciocca vanità
di chi ha trafitto il core
e cancellato il piè.
Passan veloci l’hore
e pur quella non v’è.
Antonio Lucio Vivaldi
(Venezia 1678 - Vienna 1741)
Amor hai vinto RV683
RECITATIVO
Amor hai vinto, ecco il mio seno dal tuo bel stral trafitto.
Or chi sostiene l’ama mia dal dolore abbandonata?
Gelido in ogni vena, scorrer mi sento il sangue
e sol mi serba in vita, affanni e pene.
Mi palpita nel seno con nuove scosse il core,
Clori crudel, e quanto ha da durar
Quest’aspro tuo rigore?
ARIA
Passo di pena in pena
Come la navicella che in questa
e in quell’altr’onda urtando va.
Il ciel tuona e balena,
il mar tutto è in tempesta,
porto non vede o sponda
ove approdar non sa.
RECITATIVO
In qual strano e confuso vortice di pensieri la mia mente s’aggira?
Ora è in calma or delira e dove ancor si fermi non risolve.
Or’in sasso or’in polve vorria cangiarsi.
Oh Dio! Ma di che mai? Ma di che ti quereli, cor incredulo infido?
Di che ti lagni, ohimé? Forse non sai che nel seno di Clori, hai porto, hai lido?
ARIA
Se a me rivolge il ciglio, l’amato mio tesoro,
non sento più martoro,
ma torno a respirar!
Non teme più periglio, non sente affanno e pena
l’alma, e si rasserena come la calma in mar.
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Locandina e brochure dell'evento
La Scuola e le Arti: incontro con la Musica
Si svolgerà domenica 7 maggio 2017 il primo degli eventi ideati dalla Scuola Agazzi nell'ambito delle iniziative "La Scuola e le Arti".
Non potevamo non iniziare il percorso intrapreso senza dedicare il primo appuntamento alla musica e senza rendere omaggio a Greta Medini, ex alunna e straordinaria violinista, tragicamente scomparsa a dicembre 2016: interpretando il messaggio che ha voluto trasmettere con il suo gesto, abbiamo dato avvio, infatti, ad una nuova modalità di offerta culturale in giornate a tema attraverso spettacoli e concerti, tavole rotonde e spunti di riflessione volti ad istruire i fanciulli ed a sensibilizzare gli adulti alla necessità fisiologica dell'arte, affinchè possa divenire una delle più importanti risorse economiche, sociali e culturali del territorio.
Il programma è molto articolato e prevede, come definito negli obiettivi e finalità del percorso, meeting, spettacoli, confronti e riflessioni sull'arte musicale.
Presentazione e moderazione degli spunti di riflessione a cura di Maurizio Bonanno, giornalista professionista e sociologo vibonese.
"Come dipingere i sentimenti con la musica"
Spettacolo teatrale con tavola rotonda
Intervengono:
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Alessandra Borin soprano |
Salvatore Pronestì clavicembalo |
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Carmela Celestino pianoforte |
Francesco Bertuccio clarinetto |
Auditorium "Domenico M. Piro"
SCUOLA AGAZZI
ore 10.30 - 12.30
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"Note d'amore, lagrime e follia.
Consonanze stravaganti
nel barocco italiano"
Concerto di gala
Alessandra Borin soprano |
Salvatore Pronestì clavicembalo |
Auditorium del Sistema Bibliotecario Vibonese
presso Palazzo Santa Chiara
ore 18.30
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Locandina e brochure dell'evento
Al fine di facilitare l'ascolto, martedì 2 maggio pubblicheremo i testi integrali dei pezzi eseguiti nel concerto di gala.