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Mercoledì, 14 Dicembre 2016 11:42

Un saluto da un vecchio alunno

Riceviamo (con email) e pubblichiamo la lettera spontanea ricevuta da un ex-alunno.

Oggetto: UN SALUTO DA UN VECCHIO ALUNNO

Buongiorno a tutti, non so se chi leggerà questa mail si ricorderà di me, probabilmente no, ma io ho un ricordo chiaro e nitido di tutti voi.

Sono Antonio Digiglio, alunno che ha finito la 5 elementare credo nel 1998. Sia io che mio fratello Michele siamo stati vostri alunni.

Ricordo le maestre e soprattutto ricordo la Signora Ielo: quanti volte mi ha tirato le orecchie dicendomi di non fare le marachelle; cosa darei per tornare a quei tempi.

Adesso vivo a Torino ormai da 9 anni, mi sono laureato ed ho delle attività mie; inoltre, insegno in un istituto superiore.

Oggi, purtroppo per la disgrazia accaduta alla maestra Angela Crudo mi trovavo sul sito a cercare qualche foto di Greta di quando era piccola e purtroppo non l'ho trovata.

Ho trovato però la raccolta di Fiabe che abbiamo fatto con i miei compagni “FANTASIE 2” nel 1997-98. Ricordo come fosse ieri quel "progetto" e volevo chiedervi se per caso aveste tenuto copia anche del nostro.

Eravamo la classe di Marco, Alessandro, Federico, Rossana, Jessica, Chiara, ecc. Chissà...

Comunque, a prescindere da tutto, libri o non libri, ricordi o meno, volevo solo ringraziarvi a distanza di quasi vent'anni!

Adesso capisco, e solo adesso, il valore di aver avuto come base una scuola come la vostra. Ricordo addirittura ancora la preghiera che facevamo prima di mangiare e la signora Rosa, che ci faceva un’insalata di patate e uova che era la fine del mondo.

Immaginiamo, soprattutto Michele, di aver lasciato il segno. Pensa che quel mostriciattolo rompi scatole tra oggi e domani diventerà papà. Quasi non ci credo, lui brucia sempre le tappe. :-)

Tutti i miei compagni di classe (o quasi tutti) hanno trovato la loro strada: studiano, lavorano, alcuni affermati altri meno... insomma nessuno scapestrato, tra quelli che io sento ancora (e sono diversi). È un caso? Non lo so, forse a me piace pensare che non lo sia.

Le mie parole sono sentite, vere e forse non rendono bene l'idea del concetto forte che volevo esprimere. 10...100...1000 Agazzi.

Adesso vi saluto commosso, e vi ringrazio ancora.

Buona vita a tutti voi.

A presto.

Torino, 13 dicembre 2016

Antonio Digiglio

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